Sud Africa 2002 Eclisse Totale di Sole
La preparazione dell’Eclisse 2002 nasceva già nel 2001 in occasione della grande eclisse africana del 2001. In quell’occasione decisi di affrontare il tragitto Joahnesburg-Lusaka via terra, la linea di totalità dell’Eclisse del 2002 avrebbe proprio costeggiato “l’autostrada” Messina -Victoria Falls. Il percorso era molto affascinante e si snodava tra Baobab millenari, termitai rosso fuoco, villaggi tipici con capanne in paglia e fango, e strade rettilinee con punti di elevazioni molto interessanti per l’osservazione dell’ombra lunare. Scenari davvero accattivanti. L’altra opportunità era scegliere i cieli desertici australiani, per una romantica eclisse al tramonto. Ma la visione dall’aereo di questi siti desertici metteva effettivamente un po’ di paura, non fosse altro per la mancanza di presenza umana, certo l’eclisse avrebbe baciato anche Ceduna sul mare, ma in caso di cattivo tempo l’interno desertico era l’unica via di fuga. Il tempo della totalità 30 secondi contro gli 80 africani facevano propendere per il ritorno in Africa. I prospetti meteo poi erano abbastanza simili tra Messina in Sud Africa e Ceduna. Poi particolare di non poco conto il maestro: Fred Espenak, l’astronomo redattore delle mappe di totalità delle Eclisse, mi confidò in Australia, che avrebbe scelto anche lui il continente nero. Le ultime settimane prima del 4 dicembre sembravano correre proprio come gli ultimi istanti prima del secondo contatto. Le mie energie fisiche e mentali erano divise tra l’imminente pioggia delle Leonidi del 19 novembre e l’appalto del costruendo Planetario Provinciale di Reggio Calabria. Oltre ai miei impegni abituali ho dovuto registrare anche 2 trasmissioni televisive per entrambi gli eventi.
Il mio obiettivo per questa Eclisse era soprattutto era quello di realizzare un DVD per documentare la magia del repentino calo di luce durante la totalità. Il sole alto solo 40° dall’orizzonte avrebbe reso più agevole il compito. Inoltre volevo catturare in foto i delicati ma accesi colori della corona interna, inaspettatamente osservati in Zambia. I 50 kg di attrezzatura al seguito necessaria allo scopo, era composta da un apo da 100 mm per fare rendere al meglio la mia Pentax 6X7, da un MTO 1000 da una miriade di pellicole c’erano anche 3 videocamere, , 4 fotocamere 135 mm e relativi obiettivi, la vecchissima Super Polaris, oltre che 3 treppiedi e innumerevoli filtri.
I miei amici: Massimo ma pensi ti faranno salire a bordo dell’aereo? Per fortuna in Europa c’è ancora qualche compagnia aerea seria che rispetta le esigenze di viaggiatori molto particolari. Partenza il 27 novembre, il 24 le prime proiezioni meteo: tempo cattivo, forse qualche spiraglio su Messina e nei dintorni di Victoria Falls. Unica magra consolazione, anche su Ceduna il tempo era previsto fortemente perturbato. Ma ormai la scelta è stata fatta e bisognava partire, male che sarebbe andata, avrei catturato qualche Leone…
Viaggio tranquillo, solo qualche problema sull’affitto dell’autovettura, tutte le compagnie di noleggio avevano difficoltà per lo sconfinamento in Zimbawe. Comunque caricato il cofano all’inverosimile, partiamo in tarda mattinata per il parco Kruger, il caldo ci accompagna per 4 ore, temo per le pellicole e compro appena possibile una borsa termica anche per conservare la preziosa acqua. Il viaggio in Australia per le Leonidi 2001 qualcosa mi ha insegnato. Arriviamo all’interno del parco e subito ci accolgono un’elefantessa col cucciolo e innumerevoli gazelle: siamo in Africa! Un pulitissimo e curato cottage è la nostra sistemazione notturna. Vista l’accoglienza avuta a Bergen Del decidiamo di restare qui anche un altro giorno.
L’atmosfera dell’eclisse non si percepisce ancora, ma nel pomeriggio nel negozio del resort accanto alle pelli di gazzelle, zebre e alle sculture in legno compaiono magicamente libri, capellini, magliette e perfino lo Spumante dell’Eclisse!I giorni passano tra famiglie di giraffe, elefanti e perfino rinoceronti.
La genuinità del cibo africano è proverbiale, la sera venivamo sommersi da bistecche di ogni tipo, anche quelle di antilope (veramente buone)! Il tutto annegato sotto boccali di birra Lion e Windhoeck. Quest'ultima prodotta in Namibia con ingredienti unicamente naturali, mi lasciava immaginare gli infiniti spazi desertici namibiani, custodi di uno dei migliori cieli stellati al mondo per trasparenza e stabilità atmosferica.
Ma mancano pochi giorni all’evento quindi si va a cercare un internet point per le previsioni meteo e anche per un contatto con gli appassionati italiani rimasti a casa. In mezzo a una bidonville troviamo un ostello connesso al web, il tempo previsto a nord del Sud Africa per i successivi 5 giorni è buono, sgombro di nubi; sarà poi così?