Le meteoriti frammenti di corpi asteroidali o cometari , che cadono sulla Terra, si possono dividere in tre categorie, in base alla loro composizione chimico-fisica. Tutte le meteoriti comunque presentano una crosta di fusione sottile, dal colore generalmente scuro, che si forma dal calore generato dall’attrito con l’atmosfera terrestre. L’interno delle meteoriti è generalmente molto chiaro, a patto che siano di recente cadute e che non appartengano alla classe delle carbonacee o delle sideriti.
Le Condriti, Le Acondriti, e le Ferrose; che allora volta si suddividono in sottocategorie.
Le Condriti sono di certo le più diffuse, circa l’85% delle cadute è costiutita da questa tipologia di meteoriti, e in base alla loro percentuale di ferro libero vengono classificate con H (high) seguito da un numero per le più ricche di ferro, e L (low) per le più povere di ferro, anche in questo caso abbiamo un numero che ci indica la percentuale relativa di ferro libero, più il numero è alto più saranno ricche di ferro. Sono dette condriti poichè sono chiaramente visibili al loro interno i condruli, delle sferule primordiali amalgamate tra loro con ferro e altri materiali friabili. Questa struttura è tipica delle pietre generate sotto un basso campo gravitazionale, come quello degli asteroidi al di sotto dei 100 Km di diametro, che non ha permesso di differenziare i materiali più pesanti da quelli più leggeri. La maggiore forza gravitazionale ha invece reso possibile questo sulla nostra Terra e sulla Luna, Marte e gli altri corpi rocciosi del sistema solare. Ma all’interno delle condriti esiste un altro gruppo estremamente interessante: le Condriti Carbonacee,esse sono nella maggior parte dei casi sono più vecchie del nostro sistema solare. Emblematico è il caso della Allende una CV3 caduta nel 1969 in Messico che presenta un isotopo di alluminio impossibile a formarsi alle basse energie del nostro sistema solare. Si pensa così sia stato generato dall’onda d’urto e dall’energia emessa da una Supernova che poi ha consentito alla nebulosa originaria di collassare e generare il nostro attuale sistema solare. Comunque la Allende resta molto più simile alle condriti ordinarie che alle vere carbonacee. Le due classi principali sono le CI e le CM. Entrambe presentano una elevata percentuale le CI una quantità vicina al 20%, mentre le CM inferiore al 10%. Basta riscaldarle un po’ in un recipiente chiuso per vedere fuoriuscire del vapore. Per queste caratteristiche e per l’alta percentuale di carbonio le carbonaceee sono considerate le meteoriti più vicine ai materiali presenti nei nuclei cometari. Inoltre al loro interno sono stati trovati composti organici, e addirittura nella Murchison caduta nel 1969 in Australia anche degli aminoacidi, e recentemente anche degli zuccheri . Le Condriti Carbonacee generalmente sono estremamente fragili e friabili, così se non vengono raccolte subito dopo la loro caduta, vengono spazzate via in poco tempo dagli agenti atmosferici terrestri. Infatti tutte quelle trovate dall’uomo sono state viste cadere e raccolte in pochi giorni.
Mentre le condriti si sono generate in corpi asteroidali abbastanza piccoli, le restanti meteoriti si sono generati all’interno di corpi più grandi (oltre i 200 km di diametro) e non presentano quindi condruli o ferro libero.
Le Meteoriti Ferrose o Sideriti provengono dai nuclei dei planetesimi, e nonostante rappresentino solo il 6% delle cadute totali, sono tra le più diffuse sulla Terra, in quanto si conservano molto negli ambienti terrestri. Solitamente sono presentano una struttura cristallina formata da una lega di Ferro e Nichel. Questa struttura dopo una accurata lucidatura e pulitura con acidi viene fuori sotto forma di striature parallele note come figure di Widmanstatten.
Tutte le sideriti le presentano, quello che varia è lo spessore delle singole striature. Tra le più note ferrose ci sono Le Canyon Diablo provenienti dal Meteor Crater in Arizona formato circa 50.000 anni fa, Le Gibeon cadute in Namibia in tempio preistorici, le Sikhote-Alin cadute nella Russia Marittima Orientale vicino al confine con la Cina nel 1947 ( a fianco è possibile vedere il francobollo commemorativo).
Le meteoriti provenienti dal confine interno tra Nucleo metallico e Mantello del planetesimo, sono tra le più belle ma anche tra le più rare: sono le Mesosideriti e le Pallassiti, infatti solo l’1,5% delle meteoriti cadute appartengono a questo gruppo. Entrambe acconto ad una struttura di nichel-ferro presentano delle grosse inclusioni di silicati. Le Pallassiti però sono molto più spettacolari presentando al loro interno dei purissimi e trasparenti cristalli di olivina che rendono veramente unica e indimenticabile questo tipo di aeroliti. Tra le più belle sono da ricordare la Esquel scoperta in Argentina, e le Imilac cadute nel deserto del Cile.
Risalendo dal centro verso la superficie del nostro planetesimo troviamo la zona di provenienza di altre 2 condriti: rispettivamente in ordine la Diogenite e l’Eucrite. Entrambe non presentano ferro al loro interno e posseggono una magnifica crosta di fusione, la differenza principale consiste nella presenza di più grossi cristalli all’interno della Diogenite, indice questo di un lento raffredamento del materiale originario. E ciò è possibile solo a grosse profondità dalla crosta superficiale, dove l’abbassamento di temperatura è estremamente più lento che in superficie. La più nota e diffusa Eucrite è senza dubbio la Millbillillie caduta in Australia nel 1960, e si pensa proveniente dal pianetino Vesta orbitante tra la Terra e Marte.
Ci sono altre sottocategorie di meteoriti, ma queste sono le principali e le più diffuse, esistono anche meteoriti lunari e marziane, ma sono davvero rare.
Come abbiamo vista a causa della forte presenza di ferro libero in quasi tutte le meteoriti, esse sono pesantemente soggette a fenomeni di ossidazione che tendono a renderle opache e scure, quindi chi volesse collezionarle abbia molta cura nel maneggiarle e conservarle in recipienti ermetici.
Tutte le meteoriti presentano una crosta di fusione sottile, dal colore generalmente scuro, che si forma dal calore generato dall’attrito con l’atmosfera terrestre. L’interno delle meteoriti è generalmente molto chiaro, a patto che siano cadute di recente e che non appartengano alla classe delle carbonacee o delle sideriti.
Chi pensasse di averne scoperta una, tenga presente che deve presentare una crosta di fusione, e deve possedere delle proprietà magnetiche grazie all’abbondante presenza di ferro, che possono essere evidenziate con l’avvicinamento di un grosso magnete, comunque per confutare ogni dubbio ci si potrà rivolgere presso alcune università o anche presso laboratori di ricerca specializzati quali lo Smithsonian Institute di Washington in America, che dopo le analisi restituiranno indietro il campione.